LA VERA TRADIZIONE DELLA FESTA DEI MORTI IN SICILIA
LA VERA TRADIZIONE DELLA FESTA DEI MORTI IN SICILIA
Le origini risalgono all’anno 835, quando papa Gregorio II, visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare gli antichi culti pagani legati alla tradizione celtica (il cui calendario indicava nel 31 ottobre l’ultimo giorno dell’anno), ( SAMAHIN ) ,spostò la festa di “Tutti i Santi” dal 13 maggio al primo novembre con la speranza di riuscire, così, a dare un nuovo significato ai riti profani. Secondo l’anno druidico, il 1 novembre era il SAMAHIN, letteralmente “tutte le anime” fine dell’anno pastorale e primo giorno d’inverno, in cui la notte e' più lunga del giorno. Questa particolarità permetteva al principe delle tenebre di chiamare a sé tutti gli spiriti e di poter passare da un mondo all’altro.( dal mondo dei morti a quello dei vivi ), L’intento del papa di sradicare questo mito non riuscì. La chiesa aggiunse quindi, nel X secolo, la “Festa dei Morti” il 2 Novembre, in memoria delle anime degli scomparsi. I FESTEGGIAMENTI VENIVANO TRAMITE L'OFFERTA DI CIBO E FALO' PER RISCHIARIRE LA NOTTE PIU' LUNGA DEL GIORNO, IN MODO DA GIUSTIFICARE LE USANZE PROFANE E COPRIRLE CON RITUALI DELLA CHIESA CATTOLICA.L’inizio di novembre era considerato la morte definitiva della bella stagione. In questi giorni si spengono anche gli ultimi sussulti di vita; i semi giacciono "sepolti" nei campi; le foglie si staccano dai rami; gli animali fuggono o si abbandonano ad un sonno profondo simile alla morte. Arriva l’inverno con il suo freddo e soprattutto con il suo buio. E così, come la natura percepisce la presenza dell’energia opposta a quella vitale, così l’uomo ha sempre pensato che questo sia il momento di maggiore vicinanza con la dimensione della morte. Quindi il momento più propizio per i nostri defunti di oltrepassare la Demarcazione che li separano dalla vita e tornare, anche solo per una notte, per fare visita ai propri cari. Sono spiriti resi “vivi” dalla forza della rievocazione. Questa presenza materializzata provoca innanzitutto la gioia del “rivedersi” e non c’è assolutamente tempo e spazio per i rimpianti e le tristezze. Si valorizza e si amplifica l’istante, la felicità dell’essersi rivisti. E la maniera, da sempre, per onorare l’eccezionalità e la straordinarietà dell’unione è mangiare insieme, condividere l’atto più vitale dell’esistenza che è il nutrirsi. In siciliano:
FILASTROCCA DA " A NOTTI DI MORTI "
Armi santi, armi santi,
Iu sugnu unu e vùatri síti tanti:
mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittitimìnni assai.
Traduzione :
Anime sante, anime sante,
io sono uno e voi siete tanti:
mentre sono in questo mondo di guai
regali dei morti mettetemi in abbondanza.