LA VERA TRADIZIONE DELLA FESTA DEI MORTI IN SICILIA

29.10.2016 18:12

LA VERA TRADIZIONE DELLA FESTA DEI MORTI IN SICILIA 
Le origini risalgono all’anno 835, quando papa Gregorio II, visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare gli antichi culti pagani legati alla tradizione celtica (il cui calendario indicava nel 31 ottobre l’ultimo giorno dell’anno), ( SAMAHIN ) ,spostò la festa di “Tutti i Santi” dal 13 maggio al primo novembre con la speranza di riuscire, così, a dare un nuovo significato ai riti profani. Secondo l’anno druidico, il 1 novembre era il SAMAHIN, letteralmente “tutte le anime” fine dell’anno pastorale e primo giorno d’inverno, in cui la notte e' più lunga del giorno. Questa particolarità permetteva al principe delle tenebre di chiamare a sé tutti gli spiriti e di poter passare da un mondo all’altro.( dal mondo dei morti a quello dei vivi ), L’intento del papa di sradicare questo mito non riuscì. La chiesa aggiunse quindi, nel X secolo, la “Festa dei Morti” il 2 Novembre, in memoria delle anime degli scomparsi. I FESTEGGIAMENTI VENIVANO TRAMITE L'OFFERTA DI CIBO E FALO' PER RISCHIARIRE LA NOTTE PIU' LUNGA DEL GIORNO, IN MODO DA GIUSTIFICARE LE USANZE PROFANE E COPRIRLE CON RITUALI DELLA CHIESA CATTOLICA.L’inizio di novembre era considerato la morte definitiva della bella stagione. In questi giorni si spengono anche gli ultimi sussulti di vita; i semi giacciono "sepolti" nei campi; le foglie si staccano dai rami; gli animali fuggono o si abbandonano ad un sonno profondo simile alla morte. Arriva l’inverno con il suo freddo e soprattutto con il suo buio. E così, come la natura percepisce la presenza dell’energia opposta a quella vitale, così l’uomo ha sempre pensato che questo sia il momento di maggiore vicinanza con la dimensione della morte. Quindi il momento più propizio per i nostri defunti di oltrepassare la Demarcazione che li separano dalla vita e tornare, anche solo per una notte, per fare visita ai propri cari. Sono spiriti resi “vivi” dalla forza della rievocazione. Questa presenza materializzata provoca innanzitutto la gioia del “rivedersi” e non c’è assolutamente tempo e spazio per i rimpianti e le tristezze. Si valorizza e si amplifica l’istante, la felicità dell’essersi rivisti. E la maniera, da sempre, per onorare l’eccezionalità e la straordinarietà dell’unione è mangiare insieme, condividere l’atto più vitale dell’esistenza che è il nutrirsi. In siciliano:
FILASTROCCA DA " A NOTTI DI MORTI "
Armi santi, armi santi,
Iu sugnu unu e vùatri síti tanti:
mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai
Cosi di morti mittitimìnni assai.
Traduzione : 
Anime sante, anime sante,
io sono uno e voi siete tanti:
mentre sono in questo mondo di guai
regali dei morti mettetemi in abbondanza.